Suolo: Conglomerato del Pliocene
Estensione del vigneto: 2,5 ha
Tipo di impianto: doppio cordone speronato
Densità ceppi per ha: 3.300 ceppi per ha
Età media del vigneto: 30 anni
Produzione media per ha: 45 ql/ha
Vinificazione e affinamento: Diraspatura, pigiatura, fermentazione spontanea e macerazione sulle bucce di 25 giorni in tini di cemento vetrificato dai 25 ai 50 hl. Svinatura, decantazione con illimpidimento naturale e affinamento sulle fecce fini in botti di rovere di Slavonia da 10 hl per 36 mesi.
Solforosa totale: 25 mg/l
Bottiglie prodotte: 7.000
Cursiosità
Il Brunello di Montalcino è il vino simbolo de “Il Paradiso di Manfredi”, identificativo di territorio e complessità, ispirato alla profonda tradizione di Montalcino che estrae da terra e uva un concentrato di finezza, eleganza, profondità e struttura. Una suadenza in rosso. Un rosso austero e di grande prestigio.
Suggestione d'autore
“Il Brunello di Montalcino di Paradiso di Manfredi è uno di quei vini da assaggiare almeno una volta nella vita. Da stappare per celebrare una grande occasione, ma anche capace di trasformare un giorno qualsiasi in un giorno di festa. Da condividere con poche persone, per non avere rimpianti.” Il team di Triple A
Chicche d'uva - pillole sul mondo del vino
L’azienda prende il nome da Manfredi Martini (esperto agricoltore, nato a Montalcino nel 1914) e dal podere “Il Paradiso”, abitazione contadina costruita agli inizi dell’800. Intorno al 1950 Manfredi e la moglie Fortunata, anche lei esperta agricoltrice, acquistano il podere “Il Paradiso”. Nel 1967 Manfredi insieme ad agricoltori e produttori fondano il Consorzio del Brunello di Montalcino.
La storia del Brunello di Montalcino è la storia di uno dei vini moderni tra i più antichi d’Italia. Siamo nell’800 e grazie all’intuizione del farmacista di Montalcino Clemente Santi, con la passione smisurata per la viticultura, nasce il Brunello. Clemente fu il primo a credere e a vinificare il Sangiovese Grosso in purezza. Era consapevole del fatto che Montalcino aveva un territorio particolarmente vocato per produrre vini di grande eleganza e struttura, pronti ad affrontare anni se non decenni di invecchiamento.
Si fa risalire al 1865 la prima vendemmia conseguente alla nascita della denominazione Brunello di Montalcino per proteggere e disciplinare la produzione. Le date, i documenti ed i fatti del tempo sono un po’ controversi, sorprendente è ciò che si trova scritto in una relazione sui lavori della Commissione Ampeleografica della provincia di Siena eseguiti dal settembre 1875 all’ottobre 1876 sui vini Brunello e Moscadello presso le “Fattorie di Montosoli e Castelgiocondo”, a quel tempo proprietà famiglia Angelini, una delle primissime famiglie a vinificare Brunello.
In questo documento si riporta: ”…vino fatto con il solo Brunello, all’assaggio limpido, di color rubino, aromatico, di grato sapore e giudicato serbevolissimo” e dalle analisi del vino eseguite in data 8 ottobre 1875 i valori risultano in linea con quelli dell’attuale disciplinare: alcool 14.2 – acidità totale 5.1 – estratto 23.28. Ma l’elemento sorprendente è rappresentato da una preziosissima dicitura:“analisi Vini: Moscadello e Brunello di 32 anni”.
Le analisi sopra riportate dunque si riferiscono ad un Brunello di 32 anni. Un Brunello analizzato nel 1875, risalente al 1843, praticamente perfetto.
Una delle date certe ed inequivocabili è il 1980 che vede la nascita della DOCG Brunello di Montalcino, prima DOCG in Italia insieme al vino nobile di Montepulciano.

Il paradiso di manfredi
Il Paradiso di Manfredi è una piccola azienda familiare situata sul lato esposto a nord/nord-est della collina di Montalcino. L’azienda è costituita da 3,5 ettari di terreno, dove, oltre al vigneto, disposto su sette terrazzamenti a una media di 350 metri di altitudine, trovano posto un’abitazione, ulivi, alberi da frutto, un orto e una piccola coltivazione di zafferano; tutto inserito in un clima secco e mite, ben arieggiato, dove i vigneti sono protetti dai venti freddi. L’azienda, oggi guidata da Florio e Rossella e dalle figlie Silvia e Gioia, fu acquistata a metà degli anni cinquanta dai genitori di Rossella, Manfredi Martini e la moglie Fortunata.
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