Quando beviamo un Prosecco beviamo principalmente uva Glera. Il Prosecco infatti è il nome del vino e non dell’uva. Prosecco è anche un nome che nell’uso comune è utilizzato per indicare un vino bianco con le bollicine. Ma proviamo a restituirgli una chiara identità, così da non confonderlo con la molteplicità di bollicine che si producono in Italia e nel mondo, restituendo anche ad esse quella dignità e quell’identità molto spesso negata.
Il disciplinare della DOC Prosecco ci indica con quali uve deve essere ottenuto il vino, ovvero principalmente uva Glera, a partire da un 85%, alla quale si può aggiungere, da sole o congiuntamente, fino ad un massimo del 15%, le seguenti uve: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco).
La DOC Prosecco, inoltre, è anche una delle poche DOC interregionali d’Italia estendendosi su zone appartenenti sia al Friuli Venezia Giulia che al Veneto e nello specifico ai territori delle province di: Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.
Agli inizi del Cinquecento il vino “Pucino”, amatissimo dai romani e proveniente dalla località di Prosecco, viene nominato in alcuni studi letterari di un certo peso, dove si narra che grazie alle sue leggendarie qualità si poteva raggiungere età veneranda mantenendosi in ottima salute.
Risalgono però al Seicento i primi documenti in cui si cita il nome “Prosecco” per indicare un vino bianco, delicato, che ha origine sul Carso triestino e in particolare nel territorio di Prosecco una piccola località della provincia di Trieste, nell’estremo nord-est della penisola italiana. È dunque certo che delle coltivazioni viticole fossero collocate lungo i pendii soleggiati digradanti da Prosecco verso il mare, al riparo dei freddi venti di bora, dove si trovava un terreno marnoso-arenaceo favorevole alla maturazione di uve molto particolari.
La storia moderna del Prosecco, invece, inizia a partire dall’Ottocento, dove il vitigno viene citato più volte in importanti documenti che negli anni divennero sempre più frequenti.
Quando si afferma che il Prosecco è il vino italiano più venduto al mondo non si scherza, ed ecco qualche numero: 486 milioni di bottiglie prodotte, 11460 case viticole coinvolte, 1192 aziende vinificratici e 347 case spumantische, numeri da far girar la testa.
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