Suolo: Argilloso tufaceo
Estensione del vigneto: 3 ha
Tipo di impianto: Alberata/Vite Maritata
Densità ceppi per ha: 3.333 ceppi per ha
Età media del vigneto: 10 anni
Produzione media per ha: 60 ql/ha
Vinificazione e affinamento: Macerazione prefermentativa di due giorni. Successiva fermentazione del mosto fiore per circa un mese. Assenza totale di coadiuvanti enologici chimici se non un ridotto utilizzo di solfiti. Maturazione sui lieviti con batonnages settimanali per alcuni mesi in vasche di acciaio. All’Imbottigliamento eseguito nel mese di febbraio segue un periodo di affinamento in bottiglia prima di essere immesso sul mercato.
Bottiglie prodotte: 8.000
Cursiosità
“Il nome di questo vino è una dedica a Jacopone da Todi, storico religioso e poeta medioevale, considerato uno dei poeti italiani più importanti del medioevo, ma questo nome è anche una dedica a me stesso come firma del primo vino da me prodotto in segno di autoriconoscimento per il lavoro svolto.” Iacopo Paolucci
Suggestione d'autore
“È il vino che accompagno ai miei momenti di evasione e relax. Il vino che apprezzo per “staccare” dalla quotidianità.” Iacopo Paolucci
Chicche d'uva - pillole sul mondo del vino
Antico vitigno autoctono umbro, il Grechetto di Todi è l’anima bianchista di un’Umbria famosa più per i suoi rossi. Già menzionato da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis, l’autore, descrivendo un particolare tipo di vite dal caratteristico retrogusto amarognolo scriveva: “Peculiaris est tudernis” ovvero: è tipico di Todi.
Le origini del Grechetto di Todi sono incerte, sembra sia stato introdotto nel sud Italia dai Greci, per poi trovare il suo perfetto habitat in Umbria e Lazio. Il nome richiama la grande famiglia delle “uve greche”, ma recenti indagini sul patrimonio genetico hanno individuato non poche similitudini con vitigni del tutto estranei a questa origine, come il pignoletto e la ribolla riminese. Inoltre le analisi condotte sul Dna dei vitigni sottolineano come sia importante diversificare le diverse varianti di Grechetto, Grecanico e Greco di Tufo presenti in Umbria. Infatti il nome Grechetto era il nome utilizzato in passato per riferirsi ad una delle cultivar più diffuse in Umbria e principalmente nella zona di Orvieto. Oggi sappiamo, dunque, che il Grechetto di Todi è una varietà differente e ad essa è associato il clone G5, diverso dal clone G109 della varietà comune più diffusa. Il G5 si adatta bene ai climi temperati e ha una buona resistenza alle malattie, il suo grappolo è di dimensioni medie e piuttosto compatto e la caratteristica buccia sottile lo porta a maturare precocemente rispetto al Grechetto comune.
Il Grechetto di Todi, prima prodotto sotto la denominazione Colli Martani DOC, dal 2010 prende la denominazione di Todi DOC, che comprende i comuni di Collazzone, Massa Martana, Monte Castello di Vibio e Todi. Il disciplinare è rimasto invariato e prevede la percentuale minima dell’85% di Grechetto di Todi, eventualmente integrata con un 15% di altri vitigni a bacca bianca del territorio.
Il vino presenta un quadro olfattivo con leggere note floreali, aromi di mela, pera, pesca, di agrumi e a volte di frutta esotica quest’ultima la ritroviamo specialmente nello Iacopone di Iacopo che effettua una macerazione sulle bucce. Al palato è morbido, di corpo e con un’acidità moderata, sapido e con un finale lievemente ammandorlato, sua peculiarità.

Iacopo Paolucci
“Iacopo Paolucci” è una giovanissima realtà nata nel 2016 dalla passione e dalla dedizione di Iacopo Paolucci per il mondo del vino e dell’enologia. I suoi studi e la sua curiosità lo portano ad avere diverse esperienze professionali e lavorative in importanti cantine del centro Italia. Dopo pochi anni decide di mettersi in gioco in prima persona e per questo costruisce il suo piccolo grande sogno, quello di una cantina ed una realtà vitivinicola tutta sua. Costruisce così, con tanto amore e tanto impegno, quella che oggi, inizialmente con timidezza e poi con fierezza, rappresenta una delle cantine emergenti dell’Umbria più conosciute e con dei risultati sorprendenti.
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